Nelle sue più variegate espressioni oggi Torino è senza dubbio centro nevralgico dell’arte contemporanea italiana. Solo nominando la città vengono subito in mente i suoi fiori all’occhiello, quei luoghi di cui la cittadinanza non può che essere estremamente orgogliosa: il Castello di Rivoli, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, la fiera Artissima. Tuttavia Torino non si riduce a questi. La città risulta essere una costellazione di molteplici realtà differenti tra loro: musei, fondazioni, gallerie, spazi indipendenti. Ritengo infatti impossibile volgere lo sguardo al panorama contemporaneo senza avere un occhio curioso verso quelli che vengono definiti “spazi indipendenti”, poiché oltre ad essere sempre più numerosi, sono quelle realtà artistiche più autonome, sperimentali e quindi con un range più alto di libertà d’azione: sono quelle che a me, personalmente, rapiscono e ammaliano di più.
Non è così facile dare una definizione univoca di spazio indipendente, le cui radici possiamo ritrovare sin dal 1855 quando Gustave Courbet aprì il Pavillon du Réalisme di fronte alla sede ufficiale dell’EXPO di Parigi, finanziandosi da sé e ribellandosi ai criteri dell’accademia. Forse è proprio qua il punto in comune di questi spazi: la volontà di staccarsi dal sistema ufficiale, dal mercato e dalle pratiche elitarie per tutelare il proprio lavoro e avere maggiore controllo e autonomia d’azione. Rimane comunque complesso trovare un denominatore comune perché è la natura stessa di questi spazi ad essere animata da imput diversi, impossibili da circoscrivere nel termine “indipendenti”.
Negli ultimi anni questi luoghi, artist run spaces e associazioni no profit, sono cresciuti molto, portando avanti percorsi sperimentali e divergenti rispetto al ruolo delle istituzioni. Non parlo prettamente delle opere esposte, che spesso sono le stesse visibili anche all’interno dei circuiti istituzionale e delle gallerie, quanto nel diverso rapporto con il mercato che gli consente di poter sperimentare maggiormente sia a livello di produzione che di fruizione ed esposizione. Sono spazi che spesso diventano veri e proprio punti di resistenza attiva sul territorio, luoghi di confronto e espressione, pronti al cambiamento e alla messa in discussione della contemporaneità.
Dal circuito ufficiale a quello indipendente Torino risulta dunque essere estremamente attiva e affiancandosi a Milano, ritengo sia vera e propria capitale dell’arte contemporanea in Italia. Ci sono luoghi, realtà, progetti in vero fermento. Alcuni di questi li ritengo davvero un po’ speciali e hanno conquistato il mio cuore.
INAUDITA
Inaudita è un’organizzazione culturale di ricerca con focus nell’arte contemporanea. In questo momento ha in attivo tre progetti: la Fusion Art Gallery, il programma Fusion Air e Edizioni Inaudite. Quest’ultimo è un progetto editoriale indipendente e no profit con l’obiettivo di diffondere una cultura del collezionismo e dell’arte contemporanea libera dall’aurea elitaria e chiusa a cui solitamente viene associata.
Nel manifesto si legge “Viviamo pienamente la relazione artista-pubblico attraverso lo scambio e il confronto diretto. Demistificheremo il processo per riscoprirne il nucleo essenziale: l’Arte.”
PROGETTO DIOGENE
Questo progetto nasce dall’incontro di artisti che hanno scelto di lavorare insieme in un clima di scambio, riflessione e ascolto intorno a temi e modalità della pratica artistica contemporanea. Il riferimento a Diogene non è casuale: nel suo personaggio gli artisti vedono un ideale rapporto con la realtà legato alla riduzione del superfluo allo stretto necessario, all’autonomia di pensiero e l'acuta osservazione del mondo circostante. Tra i principali progetti troviamo Bivaccourbano_R, una residenza internazionale per artisti all’interno del tram Diogene e DiogeneLab, un laboratorio didattico con le scuole.
NESXT
Un progetto artistico ideato e prodotto da ArteSera con la volontà di osservare e fare una mappa degli spazi indipendenti dedicati all’arte contemporanea. Si legge dal manifesto che NESXT è un incubatore di ricerche, tendenze e pratiche. NEXST è un osservatorio in progress sul settore no profit, inteso come parte vitale e fondamentale del sistema arte. NESXT è un circuito di relazioni sia reale sia virtuale, con una serie di appuntamenti, scambi e partnership.
OFFICINE OGR
Cento milioni di euro investiti dalla Fondazione CRT per la rinascita delle Officine Grandi Riparazioni, complesso industriale che dopo la chiusura negli anni ’90 era prossimo alla demolizione. La città oggi ha un nuovo cuore pulsante della creatività. Da ex Officine per la riparazione dei treni a nuove officine della cultura contemporanea.
CAMPOBASE
CampoBase è uno spazio temporaneo fondato nel 2019 da un collettivo composto dai curatori partecipanti a Campo18 (corso per curatori della FSRR). Lo spazio nasce come luogo per l’attivazione di processi collettivi di conoscenza, con un ambiente aperto che favorisce occasioni pubbliche di incontro e confronto. CamboBase predilige pratiche discorsive e approcci sperimentali, alternando workshop, eventi, progetti espositivi e format come crit, screening e focus.
FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO
La fondazione si occupa di diffondere l’interesse e l’amore per l’arte contemporanea lasciando grande spazio agli artisti emergenti, con una particolare attenzione alla committenza e produzione di nuove opere; offre anche un vasto Public Program che vede incontri con esperti, critici e anche artisti. Come OGR, il progetto rappresenta un ottimo esempio di recupero delle strutture industriali.
RECONTEMPORARY
Con un team tutto al femminile, Recontemporary nasce come blog di video interviste e documentari per raccontare i luoghi e le personalità più interessanti del mondo dell’arte, entrando nelle case dei collezionisti, negli studi degli artisti, alla scoperte di fiere e mostre. Nel 2019 ha aperto a Torino uno spazio espositivo volto ad approfondire la Video Arte. (Non potete perdervi in questi giorni la prima mostra con il collettivo Democracia!)
SOCIETE INTERLUDIO
Uno spazio aperto dalla giovane curatrice Stefania Margiacchi e l’artista francese Paul De Flers, il progetto si muove verso una cultura artistica estremamente profonda. Lo spazio nasce dalla volontà di costruire un luogo multifunzionale ma focalizzato sull’obiettivo di beneficiare dello spazio fisico, intimo e meditativo. In un’intervista ad Artribune Margiacchi racconta “Attraverso il triplo registro linguistico curatoriale, artistico e galleristico abbiamo iniziato a redigere la storia di un luogo intimo, aperto però a chiunque avesse la curiosità di conoscere. Ogni mostra, nasce da una condivisione precedente fatta con gli artisti: lo spazio non è più solamente un contenitore ma è in forte relazione con una lunga conoscenza e convivenza dell’artista con esso.”
CASTELLO DI RIVOLI
Il castello di Rivoli è un punto di riferimento indiscusso per il mondo artistico, stabilendo per la prima volta in Italia il modello di un museo dedicato al contemporaneo. Nato nel 1984 tenendo conto dell’unicità dell’edificio che lo ospita, il Castello è costante fonte di ispirazione per gli artisti invitati e stimola la creazione di nuove opere pensate specificatamente per la collezione permanente. Uno dei suoi caratteri distintivi è la costante attenzione ai diversi campi espressivi, oltre che promuovere un vasto Public Program con eventi, simposi e tavole rotonde.
SPAZIO BUONASERA
Spazio Buonasera è un project space fondato nel 2015 da sette artisti conosciuti negli anni universitari. Si legge in questo collettivo la volontà di uscire dai “compartimenti” in cui solitamente viaggiano le discipline artistiche. Lo spazio funziona interamente con fondi propri ma sembra che il collettivo tenda a ignorare piuttosto che denunciare la precarietà della situazione: per questi artisti rimane l’urgenza di fare la loro arte, di agire.
Quindi ecco alcune delle nostre realtà preferite quando parliamo di arte contemporanea a Torino... Se ne abbiamo dimenticata qualcuna, lasciateci un commento!
Scritto da Carlotta Roma
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